La malattia di Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzeheimer. Durante il decorso della malattia i sintomi peggiorano, anche se il trattamento con i nuovi farmaci e le terapie non farmacologiche hanno notevolmente migliorato la qualità di vita dei pazienti.
La malattia di Parkinson è una sindrome extrapiramidale caratterizzata da:
– Perdita di espressività;
– Cambio del tono di voce;
– Difficoltà di linguaggio;
– Cambiamenti di personalità;
– Senso del gusto e dell’olfatto compromessi;
– Pressione bassa;
– Problemi intestinali;
– Mutamenti della sudorazione;
– Rigidità muscolare che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi;
– Tremore che insorge durante lo stato di riposo e può aumentare in caso di stato di ansia e bradicinesia che provoca difficoltà a iniziare e terminare i movimenti.
Questi sintomi si risolvono poi in disturbi dell’equilibrio, andatura impacciata e postura curva.
Altri sintomi possono essere depressione e lentezza nel parlare.
Da un punto di vista biochimico sono state accertate una riduzione della quantità di dopamina, una minore concentrazione di neuromelanina.
Da un punto di vista clinico e terapeutico, l’approccio vincente prevede un percorso diagnostico-terapeutico caratterizzato dal coinvolgimento di più specialisti oltre al neurologo e neurochirurgo, quali il fisiatra, l’urologo, il fisioterapista, il logopedista, l’osteopata e il chinesiologo, esperti nella gestione delle problematiche correlate al Parkinson, soprattutto se in fase avanzata.
Studi recenti hanno infatti confermato come l’attività fisica e la fisioterapia hanno un dimostrato effetto in termini di neuroprotezione, ossia di rallentamento della degenerazione neuronale e neuroplasticità, ovvero miglioramento della connettività interneuronale, con effetti positivi sull’andamento della patologia.




Un approccio clinico integrato nel trattamento di pazienti affetti da Parkinson può portare a una gestione più efficace della malattia e al miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
La collaborazione tra specialisti permette una diagnosi più accurata e la creazione di piani di trattamento personalizzati, adattati alle specifiche esigenze e progressione della malattia di ciascun paziente. Il fisioterapista può focalizzarsi sulla gestione dei sintomi motori attraverso esercizi specifici, terapie di movimento e tecniche di allenamento che mirano a migliorare la forza muscolare, l’equilibrio e la coordinazione. L’approccio osteopatico mira a contribuire ad alleviare la rigidità e migliorare la mobilità attraverso approcci manuali che favoriscono la flessibilità muscolare e articolare. Gli interventi e le sedute personalizzate di chinesiologia mirano a mantenere e migliorare la funzionalità motoria, adattando gli interventi alle capacità individuali del paziente. Inoltre il medico può gestire la terapia farmacologica, apportando eventuali aggiustamenti in base alle esigenze del paziente e collaborando strettamente con gli altri specialisti per un approccio integrato.
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