Che cos’è il dolore? E perché può diventare cronico?
Almeno una volta nella vita, si stima che ognuno di noi manifesti un disturbo od una condizione di dolore. L’osservatorio nazionale ha da poco dichiarato che 13 milioni di italiani soffrono di dolori cronici.
Stiamo parlando di 1 persona ogni 5 abitanti in Italia!
Ma cos’è il dolore?
IL DOLORE è un’esperienza soggettiva sgradevole, che si riflette sulle nostre personali sfere psico-emotive, fisiche e non solo. Il dolore è quello che il corpo umano usa per dire che qualcosa non va. Tutti, prima o poi, provano dolore. Nell’infanzia il ‘farsi male’ insegna anche quali sono i limiti del nostro corpo, fin dove ci possiamo spingere e cosa succede se lo danneggiamo. Crescendo, il dolore può giungere senza che noi riusciamo a capire il perché. Ci sono dolori che da semplici ‘segnale di pericolo’ diventano cronici, persistenti, andando a ledere la qualità della vita.
Quando possiamo parlare di “Dolore Cronico”?
Il dolore cronico è definito come il “dolore che si protrae oltre i tempi normali di guarigione di una lesione o di un’infiammazione, abitualmente 3-6 mesi, e che perdura per anni”. Il dolore cronico è stato riconosciuto come una vera e propria patologia in sé per le conseguenze invalidanti che comporta per la persona che ne soffre, dal punto di vista fisico, psichico e socio-relazionale; esso infatti compromette qualsiasi attività quotidiana generando depressione, senso di sfiducia e malessere. Mal di schiena, emicrania, endometriosi, vulvodinia, fibromialgia, artrosi, nevralgie, esiti da trauma, herpes zoster, sono solo alcuni nomi di malattie caratterizzate dalla presenza di dolore cronico che, se non viene diagnosticato e curato in modo adeguato, non abbandona più le persone che ne sono colpite e che devono viverne la sofferenza. Il dolore cronico interessa tutte le fasce d’età con una maggiore prevalenza nelle donne ed è stato riconosciuto come una delle cause principali di consultazione medica.
Segni e sintomi
Il dolore cronico può manifestarsi in differenti parti del corpo in persone diverse, ad esempio può manifestarsi nella schiena in una persona e nelle dita in un’altra. Inoltre, la sensazione di dolore può essere diversa. Ad esempio, il dolore può sembrare pulsante, trafittivo, urente o pungente. Il dolore può essere costante o intermittente e la sua intensità può variare. Inoltre, spesso chi soffre di dolore cronico si sente stanco, ha problemi a dormire, soffre di inappetenza e/o perde il senso del gusto e perde peso. Il desiderio sessuale può ridursi. Questi problemi si sviluppano gradualmente. Il dolore costante può impedire alle persone di svolgere attività solitamente gradevoli. Possono diventare depresse e ansiose. Possono smettere di svolgere attività, isolarsi dal punto di vista sociale e preoccuparsi della propria salute fisica.
Se anche tu ti riconosci in queste condizioni, è giunto il momento di agire!
Possibilità terapeutiche
Al giorno d’oggi, ci sono una varietà di possibilità terapeutiche.
Nelle fasi più acute e sub-acute è possibile ricorrere a farmaci, atti ad alleviare e contenere il dolore. A seguito di valutazione specialistica con figure mediche di riferimento (quali il Fisiatra, l’Ortopedico e il Medico di famiglia) sarà possibile procedere con un apporccio più specifico e personalizzato, tramite metodi fisici, come la fisioterapia e soprattutto la ripresa del movimento. La recente letteratura scientifica mostra infatti come l’esercizio fisico sia il primo vero medicamento da ricercare.
Anche noi in Health Hub ne abbiamo fatto il nostro credo.
Di fondamentale importanza risulta anche essere un approccio integrato con psicoterapia e terapia comportamentale. Questo perché la gestione e la comprensione del dolore cronica è ancora oggi di difficile contestualizzazione. Solo un approccio clinico integrato con professionisti aggiornati e che possano comunicare tra di loro, sarà la chiave per un percorso terapeutico risolutivo e vincente.
Conclusione
Il dolore cronico è spesso il problema clinico predominante in alcuni pazienti. La recente letteratura scientifica incoraggia trattamenti multidisciplinari integrati che uniscano interventi passivi a quelli in cui il paziente ha un ruolo attivo, che agiscano maggiormente sugli aspetti psico-sociali del dolore e che migliorino le capacità cognitive e comportamentali del paziente. La stretta collaborazione tra medico, fisioterapista, osteopata, chinesiologo e psicoterapeuti risulta essere una delle poche strade percorribili. Il dolore cronico infatti può dipendere, per ogni individuo, da fattori di natura diversa: biologica, psicologica o sociale. Questa è la ragione per la quale nell’approccio terapeutico a questa condizione è necessario l’utilizzo del “modello biopsicosociale”, con chiari rimandi alla medicina funzionale, medicina di segnale e a carattere PNEI.
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